APAC - Associazioni di Protezione e Assistenza ai CarceratiBrasile 2013, Stato di Minas Gerais
Tremila detenuti che vivono in carceri senza armi né guardie penitenziarie e con in mano le chiavi delle loro stesse celle. Non evadono, ma rimangono nei centri per scontare la pena lavorando e, una volta usciti, solo un ex detenuto su 10 torna a delinquere.
Un modello, quello delle APAC, in grado di abbattere il tasso di recidiva fino al 15%, i costi di due terzi, e di garantire ai “recuperandi” – questo il termine che sostituisce la parola “detenuti” nel gergo APAC – condizioni di vita dignitose, pur senza negare gli aspetti legati alla pena e alla detenzione.
Nato negli anni ’70 da un’idea dell’italiano Mario Ottoboni, volontario in Brasile per garantire supporto morale ai carcerati, il metodo APAC è cresciuto e si è affermato a livello internazionale. Grazie al supporto della ong italiana Fondazione AVSI si è esteso in oltre 40 centri riconosciuti in tutto il Brasile.
Non si tratta soltanto di un modello di recupero, ma di una modalità alternativa di espiazione della pena, senza alcun coinvolgimento della polizia penitenziaria: sono gli stessi “recuperandi” che hanno in mano le chiavi delle celle e diventano responsabili della sicurezza e delle fughe, in un’ottica di autogestione che ha migliorato sensibilmente le condizioni di vita nei centri.
Punto fondamentale è il riconoscimento da parte della persona che ha commesso il reato di aver sbagliato e di voler ricominciare. E’ il giudice che ha il compito di identificare i potenziali “recuperandi” e di seguirli durante il percorso di compimento della pena e di recupero. Un’inedita alleanza tra associazioni, sistema pubblico e imprese, infine, contribuisce al successo del metodo. Nello stato brasiliano di Minas Gerais, per esempio, una partnership tra APAC e il centro FIAT brasiliano consente ai condannati di confrontarsi con l’economia reale.
Ho eseguito questo reportage, commissionato dalla Fondazione AVSI nel febbraio 2013, andando a visitare due penitenziari di stato e tre APAC, due maschili (Itauna e Santa Luzia) e uno femminile (Itauna).
Marina Lorusso (Brescia, 1964), laurea in architettura al Politecnico di Milano e master in fotogiornalismo con Alex Majoli (Magnum), è una fotografa italiana.